Una decisione immotivata e dannosa per la mobilità delle imprese italiane. Così ANIASA, l’Associazione che in Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, ha commentato la scelta della Commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere e ritirare gli emendamenti sulla revisione della normativa sui fringe benefit auto aziendali prevista nell’ultima Legge di Bilancio.
Un impatto negativo su mobilità, automotive e gettito fiscale
La scelta di mantenere inalterata la normativa avrà conseguenze rilevanti:
- Mobilità delle imprese: le aziende italiane, già penalizzate rispetto ai competitor europei, subiranno ulteriori difficoltà.
- Industria automotive: previsto un calo delle nuove immatricolazioni.
- Erario: stimate minori entrate per oltre 125 milioni di euro nel 2025.
Il nodo della clausola di salvaguardia
ANIASA evidenzia come sia stato respinto immotivatamente anche l’emendamento che prevedeva una salvaguardia per le auto immatricolate entro il 31 dicembre 2024. Senza questa misura, le vetture già assegnate non potranno più beneficiare della determinazione forfettaria del fringe benefit basata sulle tabelle Aci, tornando al regime analitico del 1997.
Conseguenze immediate:
- Aumento medio di 1.600 euro annui del valore imponibile per i veicoli aziendali più noleggiati (+67%).
- Maggiore tassazione in busta paga per i dipendenti, colpendo in particolare la classe media.
- Disincentivazione al rinnovo dei contratti di noleggio a lungo termine, con molte aziende che preferiscono prorogare i contratti esistenti.
La richiesta di ANIASA: serve un intervento legislativo urgente
Alberto Viano, presidente di ANIASA, ha lanciato un appello al Governo:
“Confidiamo in un rapido intervento che riveda questa norma, che nel 2025 comporterà una significativa contrazione delle immatricolazioni e minori entrate per l’Erario e gli Enti Locali, stimate in 125 milioni di euro.”
Viano sottolinea come la nuova normativa impatti negativamente su:
- Buste paga di circa un milione di contribuenti, con un incremento fiscale che non trova giustificazione.
- Transizione ecologica: il rallentamento delle immatricolazioni di nuove vetture ostacolerà il rinnovo del parco circolante.
- Industria automotive: il settore, già in difficoltà, subirà ulteriori contraccolpi.
“Serve oggi più che mai un coordinato intervento legislativo sulla fiscalità dell’auto aziendale, da anni sollecitato invano al MEF”, conclude Viano.
L’appello al Governo
Per ANIASA è indispensabile una conferma esplicita della validità del regime forfettario per le auto aziendali immatricolate prima del 2025, al fine di evitare il ritorno a un sistema datato e inadeguato alle esigenze attuali.