Alfredo Altavilla, Special Advisor Europa di BYD, è intervenuto oggi all’evento promosso da #FORUMAutoMotive, il movimento di opinione che si batte per una mobilità libera da pregiudizi e ideologie, in occasione del decennale delle sue attività.
Protagonista di un’intervista “one-to-one” con il giornalista Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, Altavilla ha affrontato i temi più caldi del settore automobilistico:
- L’avanzata dei brand cinesi
- L’effetto delle politiche di Donald Trump sul mercato automotive mondiale
- Il “Piano d’azione” messo a punto dalla Commissione UE
- Le strategie di lancio dei nuovi modelli BYD e l’arricchimento della gamma con il brand Denza
- La graduale “europeizzazione” del gruppo di Shenzhen, grazie alle prossime produzioni in Ungheria e Turchia
Il vantaggio competitivo cinese
“Quello che sta succedendo oggi in Cina è totalmente diverso dalla dinamica dell’industria tradizionale, con un time to market estremamente più veloce” – ha affermato Altavilla – “e anche con tempi rapidi pure per la realizzazione di nuovi impianti. In BYD i cicli di sviluppo sono molto rapidi: in 18 mesi si passa dall’avvio della pianificazione al modello, grazie all’impiego massivo dell’intelligenza artificiale. Combattere una guerra con i costruttori cinesi sulle nuove tecnologie è una scommessa perdente.“
Secondo Altavilla, l’attuale situazione è conseguenza diretta del Dieselgate: “Si continuano a produrre automobili sempre più costose, con i redditi dei consumatori in contrazione, e la conseguenza è che il mercato del nuovo langue e l’usato cresce“.
Nuovi stabilimenti in Europa e il nodo dei dazi
Un passaggio significativo dell’intervento ha riguardato i piani di espansione produttiva in Europa: “BYD intende localizzare in Europa nuovi impianti. Il processo di selezione del terzo stabilimento è cominciato e terminerà per la fine dell’anno. Non ci sono decisioni definitive. Smentisco le indiscrezioni uscite ieri su alcuni organi di stampa.“
Altavilla ha poi toccato il tema delicato dei dazi europei sulle auto elettriche cinesi: “Sarà difficile localizzare uno stabilimento in Paesi che non sono friendly nei confronti delle auto cinesi, e l’Italia ha votato a favore dei dazi. Certo tutto può ancora cambiare. Secondo me sarebbe auspicabile trovare modi di collaborazione tra player cinesi ed europei.“
Critiche al Green Deal europeo
Il manager ha espresso una posizione critica nei confronti delle politiche europee sulla mobilità elettrica: “Il Green Deal è sbagliato e complica il percorso di transizione. Insistere sull’obbligo del tutto elettrico al 2035 è impossibile da raggiungere. L’estensione almeno all’ibrido plug-in è necessaria.“
Ha inoltre aggiunto: “La sospensione delle multe decisa dall’UE non ha alcun senso e aumenta le incertezze dell’industria e del consumatore, che rinvia l’acquisto e frena il mercato.“
Progetti futuri e l’eredità di Marchionne
Altavilla ha rivelato che BYD sta valutando la possibilità di costruire una rete di ricarica proprietaria in Europa, come già fatto in Cina, e ha mostrato apprezzamento per la componentistica italiana: “Nelle scorse settimane abbiamo approfondito la conoscenza dei fornitori di componentistica italiana e la proprietà cinese ne ha apprezzato il livello di competenza. Non imporremo loro di delocalizzare le proprie attività.“
Un riferimento anche a Sergio Marchionne: “Sarebbe rimasto affascinato dall’attuale fase di mercato e avrebbe trovato modo di collaborare con i costruttori che sono più avanti.“
La chiusura dell’intervento è stata particolarmente significativa: “Se raggiungeremo i nostri obiettivi nel vecchio Continente, qualche costruttore europeo potrebbe sparire“, ha concluso Altavilla.