Secondo i dati diffusi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gennaio ha totalizzato 141.946 immatricolazioni di autovetture, segnando un +10,6% rispetto alle 128.329 registrate a gennaio dello scorso anno.
«Questa mattina durante il Tavolo Automotive tenutosi al MIMIT, sono state presentate le linee del nuovo piano incentivi 2024 che, oltre alle risorse già stanziate per quest’anno (590 milioni per autovetture e veicoli commerciali), prevede anche l’impiego dei residui pregressi, al fine di sostenere la transizione ecologica del settore e il rinnovo del parco circolante più vetusto», dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
«Apprezziamo lo sforzo e l’impegno del Ministro Urso nel modificare l’attuale schema di incentivi che ha dimostrato di non funzionare in modo efficace a causa degli stringenti paletti in termini di platea dei beneficiari e soglie. Tuttavia, il nuovo provvedimento arriva con forte ritardo rispetto alle richieste avanzate già oltre un anno fa dalla filiera automotive, con tutte le problematiche connesse alla sfasatura temporale tra la ‘politica dell’annuncio’ e l’effettiva operatività delle misure, che inevitabilmente sta impattando sugli ordini di acquisto. In attesa dei nuovi e più elevati contributi, cresce freneticamente l’indecisione e la confusione tra la clientela, la quale decide di procrastinare gli acquisti dei veicoli nuovi, in particolare di quelli elettrici e plug-in, per avere un quadro più chiaro e definitivo prima di valutare l’opportunità di una sostituzione. Tale fenomeno si ricava dai numeri di gennaio, in cui la flessione dell’elettrico del -13,3% rispetto a gennaio 2023 (che aveva a sua volta fatto già registrare un calo del -8,6%) mostra un peggioramento nella preferenza di acquisto di veicoli che dovrebbero contribuire in primis alla transizione ecologica».
«Sarebbe meglio», prosegue Adolfo De Stefani Cosentino «guardare la realtà e riconoscere che finora lo schema di incentivazione non è stato in grado di far avanzare in modo deciso la quota dell’elettrico, che resta inchiodata a circa il 4% e molto distante dalla performance degli altri grandi Paesi europei, e purtroppo, temo che anche la rinnovata riformulazione dell’Ecobonus, tra l’altro limitata al solo 2024, non sia funzionale all’obiettivo».
«Infatti, promuovere i veicoli elettrici attraverso robusti incentivi a chi rottama veicoli ante Euro 3 resta estremamente difficile, così come destinare una quota del 40% delle risorse alla fascia 61-135 g/km di CO2 non sembra essere una scelta strategica efficace per spingere nella direzione dei veicoli sostenibili. In via alternativa, sarebbe utile impiegare tali risorse nell’attuazione di una riforma fiscale strutturale sugli autoveicoli che avvicini, anche gradualmente, l’Italia all’Europa. Una revisione della deducibilità dei costi e degli ammortamenti sulle auto aziendali, così come della percentuale di detraibilità dell’IVA e una riduzione nella tassazione dei fringe benefit per le aziende che mettono a disposizione auto elettriche ai propri dipendenti, sono misure che sosterrebbero più velocemente e stabilmente lo svecchiamento del parco circolante in ottica green, con effetti positivi anche sul mercato dell’usato».
«Ad ogni modo», conclude De Stefani Cosentino «nella speranza che il piano odierno possa tener conto di tali riflessioni, auspichiamo una rapida conclusione dell’iter legislativo e di adeguamento della piattaforma onde evitare ulteriori penalizzazioni sul mercato».
L’analisi del mercato dal punto di vista dei canali di vendita, indica un discreto andamento dei privati (+9,9%), un lieve calo delle società (-0,6%) e una buona performance del noleggio (+18,6%), con le relative quote che si attestano rispettivamente a 61,8%, 12,6% e 25,6%.
Sul fronte delle alimentazioni, i dati confermano come le auto ibride elettriche (in aumento del +14,3%) dominano il mercato con una quota circa del 38%, seguite da quelle a benzina (in crescita tendenziale +26,5%) con una rappresentatività al 30,5%. Il Gpl ottiene una crescita del +17,9% (quota 11%), mentre il diesel con un calo mensile del -9% scende al 15,5% di rappresentatività. Purtroppo, sul lato delle auto elettriche e plug-in, la perdita di immatricolazioni è pesante e pari rispettivamente a -13,3% e -33,9%, con una quota complessiva inferiore al 5%. Le immatricolazioni a metano ammontano solo a poco più di 200 pezzi e non sono significative sul totale del mese.
Negli ultimi tre giorni di gennaio è stato immatricolato il 38% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni Federauto sui dati Dataforce, hanno rappresentato il 7,9% dei volumi di vendita mensili, con una flessione del -4,6% rispetto a gennaio 2023.