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Lancia Thema: la storia della ammiraglia italiana per antonomasia

Il 20 novembre del 1984, subito dopo la coeva edizione del Salone di Torino, sul mercato italiano partì la commercializzazione della Lancia Thema. Inizialmente, la grande berlina del costruttore torinese – prodotta presso l’impianto di Mirafiori (TO) – era disponibile con le motorizzazioni a benzina 2.0 i.e. da 120 CV, 2.0 i.e. turbo da 166 CV e 2.8 6V da 150 CV, affiancate dall’unità a gasolio 2.4 turbo ds da 101 CV di potenza.

La gamma della Lancia Thema fu ampliata nel 1986 con la variante Station Wagon assemblata dalla Carrozzeria Pininfarina, ma soprattutto con la versione sportiva 8.32 mossa dal motore a benzina 3.0 V8 plurivalvole da 215 CV di potenza fornito dalla Ferrari. Nel 1987, invece, debuttò la Thema Limousine, con il passo allungato di trenta centimetri. Nel 1988 fu sottoposta al restyling di metà carriera che dette vita alla seconda serie, proposta con i propulsori 2.0 i.e. 16v da 147 CV, 2.0 i.e. turbo 16v da 181 CV e 2.5 turbo ds da 116 CV di potenza. Non mancarono le declinazioni speciali, come la configurazione nell’allestimento LX del 1991.

Al 1992 risale il restyling di fine carriera della Lancia Thema, disponibile come terza serie con la gamma declinata negli allestimenti base, LE, LS ed LX. Tra le altre novità, invece, figuravano le motorizzazioni a benzina 2.0 i.e. 16v da 152 CV, 2.0 i.e. turbo 16v da 201 CV e 3.0 V6 da 171 CV di potenza, quest’ultima di origine Alfa Romeo. Nel 1994, dopo l’introduzione della versione speciale Fairway di colore verde metallescente solo per la Thema S.W., uscì definitivamente di scena e lasciò lo spazio all’erede Lancia K.

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