Mercato auto Italia ottobre 2025: volumi in flessione, incentivi BEV e dominance delle ibride

di 3 Novembre 2025
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Un ottobre 2025 all’insegna della moderazione per il mercato auto Italia, che chiude il mese con 125.826 immatricolazioni, registrando una flessione dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il saldo cumulato vede 1.293.366 autovetture nuove nei primi dieci mesi dell’anno, segnando così un deficit del 2,7% sullo scorso anno e dando corpo a una previsione di chiusura in ulteriore calo, secondo UNRAE, con solo 1.520.000 unità attese a fine anno.

I dati tratteggiano la fotografia di un comparto in contrazione, appesantito dal mancato recupero sul pre-pandemia (332.000 auto in meno rispetto al 2019) e con segnali di attese prudenti sulla spinta degli incentivi e il cambiamento della domanda regionale e per tipologia.

Dati principali: volumi e variazioni (ottobre 2025 e cumulato 10 mesi)

Immatricolazioni mese vs anno precedente

Lo stacco tra passato e presente si sente nitido nei numeri di ottobre. Le immatricolazioni ottobre 2025 raggiungono quota 125.826, appena sotto la soglia dello scorso anno con una flessione dello 0,6%. Non un tonfo, ma abbastanza per segnalare una fase di stagnazione, anche a fronte di input come gli incentivi e il sostegno ad alimentazioni alternative.

L’arresto della crescita sembra coinvolgere trasversalmente tutti i canali: la perdita progressiva dei clienti privati e l’aumento delle autoimmatricolazioni sono segnali che, nelle parole degli operatori raccolte da Federauto e Centro Studi Promotor, richiedono risposte strutturali ben oltre le logiche di breve periodo.

Cumulato gen-ott e proiezioni 2025/2026

A dieci mesi dall’inizio dell’anno, il dato consolidato è di 1.293.366 nuove autovetture (-2,7% rispetto allo stesso periodo del 2024). Una cifra che alimenta la proiezione UNRAE di una chiusura del 2025 a 1.520.000 unità, il 2,5% in meno rispetto ai 12 mesi precedenti. Una linea tendenziale che dialoga con la stima alternativa del Centro Studi Promotor (1.502.836 unità), e che, seppur colta dal barlume di ripresa suggerito per il 2026 (1.540.000 auto, +1,3%), sottolinea l’incapacità del settore di colmare il gap con il 2019: mancano ancora ben 332.000 unità, un taglio del 20,4% sul pre-pandemia.

Mix di alimentazioni e penetrazione BEV/PHEV

Quote BEV, PHEV, ibride e trend mensile/cumulato

Il cuore del dibattito sulla mobilità trova il suo palcoscenico nella ripartizione delle motorizzazioni. In ottobre, il BEV (elettrico puro) si attesta al 5,0% delle immatricolazioni mensili, consolidando una quota cumulata del 5,2% tra gennaio e ottobre (+1,2 punti rispetto all’anno passato). Più vivace la performance dei PHEV (plug-in hybrid), che toccano il 7,7% nel mese.

Nel complesso, i veicoli elettrificati (ECV: BEV+PHEV) rappresentano il 12,7% delle auto nuove di ottobre. Tuttavia, il protagonista assoluto della transizione “morbida” rimane l’ibrido: il 45,5% delle immatricolazioni ottobre 2025 monta una soluzione HEV, con la quota full hybrid che sale al 14,0% e quella mild hybrid al 31,5%. Una propensione che, a sentire gli addetti ai lavori, risponde sia a preferenze di prezzo sia all’incertezza infrastrutturale su BEV e PHEV come un passaggio intermedio.

Fasce di CO2 correlate

Anche guardando alle emissioni, la convergenza verso basse emissioni è lenta ma in progresso. Nel solo ottobre, il valore medio di CO2 si riduce a 112 g/km (-6,0% rispetto al 2024), mentre il cumulato annuo si ferma a 113,6 g/km (-4,9%).

Sono le fasce di emissioni più virtuose a trainare, pur se ancora minoritarie: la classe 0-20 g/km (dove dominano i BEV) copre l’8,7% del mercato mensile, la fascia 21-60 g/km (tipica dei PHEV) appena il 3,1%. Lontane, dunque, le soglie indicate dai target europei al 2030.

Canali di vendita e comportamento degli utilizzatori

Privati vs flotte (autoimmatricolazioni, NLT, noleggio breve)

Il bilanciamento tra i diversi segmenti del mercato racconta storie diverse a seconda del canale scelto per l’acquisto. Il settore privati, tradizionale pilastro del mercato nazionale, arretra decisamente e si ferma al 56,9% delle nuove targhe di ottobre (in calo di 7,5 punti percentuali). Nel frattempo, la pressione delle autoimmatricolazioni (veicoli intestati a concessionarie o case auto per usi commerciali/incentivi) cresce fino a coprire il 13,7%, con un aumento di 3,8 punti percentuali, segno di una domanda privata che resta fiacca e di una necessità di mantenere in vita i volumi sugli stock invenduti.

Il noleggio a lungo termine conquista uno spazio da protagonista: rappresenta il 21,3% delle immatricolazioni dell’ultimo mese, e il 23,1% nel cumulato dei primi dieci mesi, confermandosi il polmone della domanda business. Più marginale il noleggio breve (parcheggiato all’1,7% mensile, 6,2% cumulato), mentre le società restano stabili – il canale B2B sfiora il 6,4% tra ottobre e poco meno del 6% cumulato.

Impatto sui volumi e sulle quote di mercato

Questo spostamento progressivo dai privati verso le flotte e soprattutto verso le autoimmatricolazioni genera una polarizzazione del mercato che rischia di pesare sui margini commerciali e sulla reale domanda. La voce di Federauto è chiara: mancano circa 80.000 clienti privati rispetto ai livelli attesi, un arretramento che può riflettersi nella fragilità dell’intero sistema distributivo.

Incentivi MASE: esaurimento fondi e impatto atteso

Ammontare fondi, voucher e finestra di validazione

Una delle variabili più attese del 2025 è stata la disponibilità di incentivi per la mobilità sostenibile, alimentati da un fondo MASE che ha potuto contare su circa 600 milioni di euro. Tuttavia, l’attivazione della piattaforma per la richiesta dei bonus si è risolta in un vero click-day: oltre 55.680 voucher prenotati in circa 24 ore, pari a circa il 3,5% del mercato annuo totale.

Questo sprint, se da un lato indica una propensione all’acquisto di BEV stimolata dall’incentivo, dall’altro nasconde un effetto ritardato sulla conversione in immatricolazioni effettive: la finestra di validazione e utilizzo del voucher è di 30 giorni, e solo allora sarà possibile misurare con accuratezza il reale impatto sui dati di mercato.

Stima effetto su immatricolazioni BEV

L’applicazione dei fondi, secondo le stime di Centro Studi Promotor e Federauto, potrebbe inficiare positivamente i numeri di fine anno soprattutto sul canale delle elettriche pure, portando una fiammata momentanea e magari condizionando la lettura delle tendenze di fondo. Restano forti le richieste di UNRAE e degli operatori del settore perché si passi da iniziative spot a una regia strutturale, capace di guidare la transizione nel medio periodo e rassicurare la clientela privata.

Geografia e segmentazione del mercato

Quote regionali principali

L’Italia dell’automobile si conferma fortemente sbilanciata anche sul fronte geografico. Ad ottobre, il Nord Ovest catalizza il 30,4% delle immatricolazioni (in crescita di 1,1 p.p.), seguito dal Centro che sale al 28,3% (+2,7 p.p.), mentre il Nord Est si ferma al 25,7% nel mese (ma è ancora primo con il 29,6% nel cumulato). Il Sud e le Isole restano marginali: solo 10,1% e 5,4%, a conferma di un divario storico difficile da colmare, frutto di potere d’acquisto, infrastrutture e politiche territoriali differenziate.

Quote per segmenti (A, B, SUV, station wagon ecc.)

La mappa della domanda si disegna soprattutto intorno a due poli: i SUV/Crossover continuano a dominare, mentre le station wagon scendono a un residuo 2,8% del mercato. Più basse ancora le quote di MPV (1,8%) e auto sportive (0,7%). Un quadro che, secondo Centro Studi e Statistiche UNRAE, parla di una razionalizzazione estrema dell’offerta, tra segmenti sempre più verticalizzati e una clientela che, tra incentivi e incertezza, sembra scegliere la strada della prudenza anche nelle tipologie di carrozzeria.

Mercato dell’usato e confronto nuovo/usato

Trasferimenti, percentuali e impatto sui volumi nuovi

Se il nuovo soffre, il mercato dell’usato continua a macinare volumi importanti: a ottobre sono stati effettuati 559.258 trasferimenti di proprietà, una crescita del 2,57% rispetto al 2024. Nel panorama complessivo, il nuovo copre solo il 18,37% delle vendite totali contro l’81,63% dell’usato, evidenziando una polarizzazione in cui la sostituzione reale del parco circolante rallenta ulteriormente.

Volume mensile totale

I numeri parlano chiaro: ogni mese si muovono complessivamente 685.084 autovetture tra nuovo e usato, a fronte di un parco circolante che tocca i 41.340.516 veicoli. Un dato che sottolinea tutta la sfida della transizione ecologica: aumentare le nuove immatricolazioni a basse emissioni resta difficile quando l’orizzonte è dominato dalla seconda mano e da stock di auto ancora fortemente endotermiche.

Performance dei principali gruppi e sentiment operatori

Risultati Stellantis e quota di mercato

Nel ranking dei costruttori, la leadership italiana non si discute. Stellantis si conferma primo gruppo per volumi, con 33.704 auto e una quota di mercato che si allarga al 26,8% (+5,2% rispetto all’ottobre 2024), seguita nel consueto duello da Volkswagen e dagli altri brand internazionali. Un successo che deve però fare i conti con una dinamica di mercato che favorisce sempre più flotte e canali B2B, comprimendo la marginalità su privati.

Opinioni UNRAE, Federauto, Centro Studi Promotor

L’umore degli addetti ai lavori fotografa bene il clima di questo autunno. Le rilevazioni Centro Studi Promotor presso i concessionari rivelano che solo il 6% degli intervistati si aspetta un aumento delle vendite, il 28% prevede stabilità, mentre una quota schiacciante del 66% teme una ulteriore contrazione nei prossimi mesi.

Di fronte a un quadro complesso – sequestrato tra incentivi lampo, una base privata in ritirata e la pressione delle flotte sul nuovo – richieste di UNRAE e Federauto convergono su una direzione: occorrono politiche strutturali, pianificazione degli incentivi a medio termine, interventi volti a rafforzare la domanda dei privati e una strategia nazionale che accompagni davvero la transizione ecologica del settore. Sfide che attendono ancora risposte decisive e che continueranno a marcare il 2026 e gli scenari futuri.

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