Il termine “autunno caldo” rischia di tornare prepotentemente d’attualità dal prossimo mese di settembre, quando il settore automotive metterà in evidenza tutte le problematiche che derivano dal lungo lockdown, che vanno ben oltre il marcato e inevitabile calo di immatricolazioni. La somma pari a 50 milioni stanziata per gli incentivi in vigore dal primo agosto, e in parte già anticipati dalle maggiori Case, rappresentano un punto di partenza, tuttavia serve molto ma molto di più.
Ma quali sono le strategie che possono essere messe in campo per consentire a un settore oggi più che mai vitale per l’Italia? La ricerca di risposte a questo tema complesso, che interessa domanda e offerta, oltre a problemi di mobilità che rischiano di ripresentarsi più gravi che in passato, è stata al centro del quinto #FORUMAutoMotive del primo semestre 2020, al quale nel pomeriggio di giovedì 23 luglio hanno partecipato alcune tra le maggiori società di consulenza a livello internazionale e il neo segretario generale di Fim Cisl, Roberto Benaglia.
Dopo avere analizzato gli effetti immediati sulla mobilità della lunga quarantena, è arrivato il momento di guardare avanti e la ripresa si presenta difficile e complicata. Nell’ormai consueta formula della diretta streaming, con moderatore e due ospiti in studio e gli autorevoli relatori online, la tavola rotonda è riuscita nell’intento di avere una visione quanto più reale di quello che potrebbe succedere al settore automotive quando tutte le attività torneranno a regime al termine dell’estate.
Se, dopo gli incentivi iniziali, il terzo scostamento di bilancio (25 miliardi) in breve tempo non contiene alcun riferimento che lasci intendere un sostegno al mondo della mobilità, significa che la politica non ha capito la gravità del problema. Quel che serve, sottolineano gli esperti, è un intervento deciso, che non può essere limitato a sconti sull’acquisto di auto nuove, sono necessari interventi più ampi, coordinati da una squadra competente, composta unicamente da persone che conoscano le reali esigenze del settore.
“Il “motore” dell’economia, ha esordito il promotore di #FORUMAutoMotive, il giornalista Pierluigi Bonora, deve ripartire tra incertezze e speranze, ma purtroppo in questo momento le prime superano nettamente le seconde, e le preoccupazioni arrivano anche dal mondo sindacale, che si prepara ad affrontare un nuovo autunno caldo, dopo quelli del passato legati ai rinnovi dei contratti collettivi delle varie categorie di lavoratori”.
Roberto Benaglia, neo segretario generale di Fim Cisl:
“Nelle fabbriche si respira un clima di grande incertezza e bisognerà utilizzare questi mesi che precedono l’autunno per progettare investimenti che guardino al futuro e non a modelli di produzione superati. Il settore dell’automotive richiede sempre più qualità del lavoro per cui occorrono interventi decisivi. La pandemia non è finita e l’autunno ci preoccupa ma non è solo con gli ammortizzatori che si salvano i posti di lavoro bensì mettendo le aziende in condizione di superare questa pericolosa fase di stallo. Le soluzioni ci sono: lavorare sulle competenze, stimolare innovazione organizzativa, rendere le filiere affidabili”.
Geronimo La Russa, presidente di ACI Milano:
“Il futuro è incerto, ma i dati di giugno rispetto allo stesso mese del 2019 sono in parte incoraggianti perché il calo è meno marcato. In molte città in autunno dovremo fare i conti con il trasporto pubblico locale che lavora con capacità ridotte, e la riposta non può arrivare dalle mode come quella de monopattini elettrici che si muovono troppo liberamente e pericolosamente: le regole devono valere per tutti”.
Dario Duse, managing director di AlixPartners:
“Quest’anno l’industria perderà volumi simili all’intero mercato europeo pre-crisi, e il “buco” nei prossimi tre anni potrebbe significare circa 220 miliardi di dollari di profitti in meno per il settore.
L’automotive dovrà affrontare un deserto dei profitti più ostico rispetto a quanto ci aspettavamo lo scorso anno, ma tornerà ai volumi 2019 in tre o quattro anni, recuperando il terreno perduto.
Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia:
“Il modello collettivo di mobilità ha dimostrato di non essere più attuale in un periodo di emergenza; pensavamo di abolire il traffico in favore della mobilità verde, invece dovremo ripensare alla mobilità per i prossimi 20 anni. La mobilità privata più intelligente avrà un ruolo importante nel futuro, ma questo non è ancora chiaro a chi ci governa”.
Marco Alù Saffi, direttore delle Relazioni Esterne di Ford Italia:
“I sei mesi appena trascorsi sono stati terribili, abbiamo subito una perdita di circa 600.000 immatricolazioni, impossibili da recuperare. Abbiamo bisogno di una terapia di supporto per limitare il danno di un anno comunque compromesso. Mi auguro che gli aiuti non siano finiti qui, perché i 50 milioni stanziati probabilmente saranno già finiti prima di cominciare. I fondi europei rappresentano invece un’ottima opportunità, per sviluppare un grande piano per la mobilità del futuro al pari di quanto fatto dai francesi, che in sole 28 pagine hanno fissato e finanziato le azioni necessarie per dotare il paese di una rete capillare di colonnine di ricarica e per diventare il paese leader nella produzione di batterie, vero segreto per avere un ruolo dominante nella mobilità del futuro”.
Giorgio Barbieri, partner di Deloitte e responsabile italiano per il settore Automotive:
“Analizzando il sentiment dei consumatori si ha la percezione che la tendenza sia quella di rinviare acquisti importanti, come l’auto. Sono preoccupazioni che hanno effetti sui comportamenti d’acquisto”.
Gianluca Di Loreto, partner in Bain & Company:
“L’autunno sarà indubbiamente pieno di sorprese, e mi auguro che gli imprenditori italiani della filiera abbiano autonomia d’azione. Sarà sufficiente fornire loro le linee guida, senza entrare nello specifico. Ma quanta incertezza percepiscono i consumatori?. Ma il punto non è l’incertezza degli addetti ai lavori, quanto l’incertezza percepita dai consumatori, che sta frenando la domanda”.
Toni Purcaro, presidente di DEKRA Italia e Head of DEKRA Region Central East Europe & Middle East:
“Auspico che arrivi un autunno costruttivo per il mondo automotive, perché nel nostro Paese abbiamo molte eccellenze.e abbiamo dimostrato di essere culturalmente e tecnologicamente pronti. Visione e stabilità politica sia a livello centrale che locale diventano indispensabili. Senza dimenticare che il momento rappresenta un’opportunità che può farci accelerare il passaggio alla smart city”.
Lorenzo Tavazzi, partner e responsabile Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti:
“Ci saranno grossi punti di domanda nei prossimi mesi, perché il mondo perderà, se sommiamo la decrescita netta e la perdita di crescita che era prevista nel 2020, intorno all’8,5 per cento del Pil. Per l’Italia il ritorno alla normalità lo stimiamo tra 5 o 6 anni, ma molto dipende da come saranno utilizzate le risorse. Perché non bisogna dimenticare che Italia ha utilizzato tra il 2015 e il 2019 solo il 35 per cento dei fondi europei. Speriamo che in questo caso sappia fare di meglio”.