Pneumatici in Formula 1, dalle mescole alle regole del pit stop: cosa sapere

di 19 Maggio 2025
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Gli pneumatici rappresentano uno degli elementi tecnici più determinanti in Formula 1. Non solo per la prestazione pura, ma anche per l’elaborazione della strategia di gara, che può influire in modo significativo sull’esito di un Gran Premio. Conoscere il regolamento che disciplina l’uso delle gomme, le caratteristiche delle mescole e le regole relative ai pit stop è fondamentale per comprendere meglio le dinamiche del campionato.

Dal 2011, Pirelli è fornitore unico degli pneumatici per tutte le squadre di Formula 1, in virtù di un contratto esclusivo stipulato con la FIA. La casa italiana fornisce pneumatici con diverse caratteristiche di mescola e struttura, adattabili alle esigenze delle monoposto e ai vari tracciati del mondiale.

Le mescole da asciutto vengono suddivise in cinque tipologie, denominate C1 (la più dura) fino a C5 (la più morbida). A ogni weekend di gara, la FIA e Pirelli selezionano tre di queste cinque mescole, che vengono poi denominate per l’occasione come Hard (banda bianca), Medium (banda gialla) e Soft (banda rossa). Oltre a queste, esistono due mescole da bagnato: Intermedie (banda verde) e Full Wet (banda blu), da utilizzare in caso di pioggia leggera o forte.

Durante un weekend di gara, ogni pilota ha a disposizione un numero limitato di treni di pneumatici, vale a dire un set completo. In totale, vengono forniti 13 set da asciutto, 4 set di intermedie e 3 di full wet. L’utilizzo di questi set è regolato in base alle varie sessioni. Durante le qualifiche, ad esempio, nel formato standard, viene imposto l’uso di una mescola diversa per ciascuna fase: solitamente Hard in Q1, Medium in Q2 e Soft in Q3, anche se questa regola può variare a seconda delle stagioni o di modifiche regolamentari.

In gara, il regolamento stabilisce che ogni pilota debba utilizzare almeno due diverse mescole da asciutto, salvo condizioni di bagnato. Questo significa che è obbligatorio effettuare almeno un pit stop, durante il quale viene cambiato il tipo di gomma. In questo caso un elemento importante deriva anche dalla velocità di quest’ultimo: rappresenta una pagina di storia della Formula 1 il pit stop di 1’’80 della McLaren in Qatar nel 2023. A prescindere dalla durata, in ogni caso, la scelta di quando effettuare la sosta e quali mescole montare rientra nelle valutazioni strategiche del team, tenendo conto del degrado degli pneumatici, delle condizioni climatiche e delle dinamiche di gara.

Proprio la strategia legata al cambio gomme può rivelarsi determinante. Anticipare o ritardare una sosta, scegliere una mescola più resistente o più performante, può stravolgere gli equilibri in pista e influenzare le possibilità di vittoria anche per i team favoriti. Le gomme, infatti, non solo determinano la velocità, ma anche la consistenza del passo gara, e un errato calcolo può compromettere un’intera prestazione.

Ogni treno di pneumatici è monitorato dalla FIA tramite codici identificativi e sensori, in modo da garantire il rispetto delle regole. Le squadre non possono scambiarsi pneumatici né utilizzarli al di fuori delle condizioni previste. Inoltre, eventuali forature o danni imprevisti impongono modifiche tattiche in corsa, che possono rivelarsi sia penalizzanti che, in alcuni casi, vantaggiose. Una volta compresi tutti questi elementi, è chiaro come la gestione degli pneumatici in Formula 1 sia non solo una questione tecnica, ma un elemento cardine della strategia di gara e questo può impattare quindi direttamente sui favoriti, i pronostici e – di conseguenza – anche sui numeri delle scommesse sulla F1 che si basano strettamente sulle chance di vittoria dei diversi piloti e team. Ogni dettaglio – in sintesi – può fare la differenza tra vittoria e sconfitta, e questo aspetto è una delle componenti più affascinanti e cruciali di questa disciplina.

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