È la primavera del 1996 quando prende avvio la commercializzazione della seconda serie della PEUGEOT 106. La piccola della Casa del Leone lanciata alla fine del 1991 ha ottenuto un grande riscontro di pubblico anche in Italia, andando ad affiancarsi (su un segmento leggermente inferiore) alla 205 vicina al pensionamento, per poi rimanere la sola a presidiare l’accesso alla gamma dei modelli transalpini. In occasione del facelift di metà carriera, la PEUGEOT 106 riceve una rivisitazione completa nella linea, nelle dimensioni e negli interni, oltre che nella meccanica.
Per la maggior parte delle motorizzazioni della 106, questo aggiornamento nella meccanica si limita quasi esclusivamente al passaggio dall’Euro 1 all’Euro 2 per ciò che riguarda il livello di catalizzazione. In verità, per la versione di vertice della gamma arriva una novità molto importante.
In quell’anno arriva un motore che molti ancor oggi si ricordano con un sorriso stampato in viso, perché sulla piccola di Casa PEUGEOT arrivano le 16 valvole. Si tratta di un nuovo propulsore da 1.6 litri con distribuzione bialbero e quattro valvole per cilindro. Il motore porta la sigla TU5J4 e ha una cilindrata di 1.587 cm3, con camera di combustione a tetto e con condotti di aspirazione e scarico detti a forcella, per via della loro forma a Y: il sistema di alimentazione è realizzato da Magneti Marelli ed è abbinato ad iniettori “Pico” con quattro fori in grado di ottimizzare la nebulizzazione del carburante e, di conseguenza, il rendimento del motore. Questo propulsore, derivato dalla famiglia dei TU, è in grado di erogare 120 CV (87 kW) a 6.000 giri e sarà il propulsore più potente montato di serie sulla gamma 106. I principali pregi di questo propulsore, che non è stato esasperato in termini di potenza nella sua versione di serie, sono l’ottima propensione a salire di giri ed una buona dose di elasticità che, accoppiate ad un corpo vettura leggero, ben assettato ed agile come quello della 106, si traducono in una guida divertente e molto brillante.
Se nella prima serie della 106 la versione di vertice era rappresentata dalla XSi con motore 1.6 litri 8v da 103 CV, per la seconda serie, quella che ha ricevuto sotto il cofano la testata 16 valvole, PEUGEOT sceglie di adottare la sigla GTI, utilizzata con successo sulla leggendaria 205. In verità, la sigla GTI su 106 venne rimpiazzata in alcuni mercati (come quello francese) dalla sigla S16, a ribadire la presenza delle 16 valvole (16 Soupapes), ma la sostanza non cambia. La prima ad esser dotata di questo motore con testata a 16 valvole è quindi la 106 GTI, nel 1996, con un allestimento davvero ricco e completo di cerchi in lega, climatizzatore, ABS, airbag, appoggiatesta posteriori… Una vera piccola sportiva che non obbligava però ad alcun sacrificio.
Nella gamma 106, in realtà, compariva una versione che moltissimi si ricordano ancor oggi, la Rallye, ovvero la versione molto spartana che, oltre alla spiccata sportività, faceva della leggerezza e del contenimento del costo alcune delle sue caratteristiche più apprezzate dai Clienti. Questa versione, che nella prima generazione di 106 era dotata di un vivacissimo 1.3 da 98 CV, col facelift del 1996 adotta (fino al 1998) il propulsore con sigla TU5J2/L3 da 1.587 cm3 e 103 CV (74 kW) a 6.200 giri appartenente alla stessa famiglia di motori TU, ma equipaggiato con una testa ad otto valvole; si tratta del motore che equipaggiava la 106 XSi della prima serie. La scelta di offrire la versione a 16 valvole nella sola versione GTI è prevalentemente di tipo commerciale, perché rappresenta un ottimo compromesso tra potenza, leggerezza, costi di acquisto e manutenzione. Nel 1998, però, la Casa cambia strategia e decide di concedere il motore plurivalvole anche alla versione Rallye che, rispetto alla versione 8v, differisce primariamente per la presenza di serie dei cerchi in lega (gli stessi della GTI) in luogo dei ben più spartani (ma forse anche più caratteristici) cerchi in acciaio verniciati di bianco.
Gli appassionati di modelli sportivi della Casa del Leone da tempo si interrogano e discutono ponendo a confronto pregi e difetti della 205 GTI e della 106 GTI. Due auto nate a distanza di dieci anni una dall’altra, ma che hanno saputo far divertire i giovani e meno giovani dell’epoca, pur con temperamenti diversi. In termini di allestimento, in rapporto all’anno di produzione, entrambe le sportive sono al top del segmento, ma le 106 a 16 valvole hanno però un punto a loro favore dato dall’estrema rarità: ne furono prodotte complessivamente solo 34.615 mentre la 205 GTI venne realizzata in 294.514 unità (tra 1.6 e 1.9 litri). In ottica collezionistica, quindi, la 106, specie in allestimento GTI, è assolutamente da ricercare e mettere in garage.