La spettacolare Lotus Elise è uscita ufficialmente di produzione, ma l’ultimo esemplare è stato acquistato da Elisa Artioli, colei che ha ispirato la denominazione ufficiale della vettura. Non poteva essere altrimenti, come naturale chiusura del cerchio di questa fantastica storia. Elisa, infatti, è la nipote dell’imprenditore Romano Artioli, patron di Lotus dal 1993 al 1996, noto anche come importatore della piccola fuoristrada Suzuki SJ negli anni ’80 con Autoexpò e rifondatore della Bugatti che produsse la splendida EB110 nella Fabbrica Blu di Campogalliano (MO).
La piccola Elisa Artioli era già presente all’anteprima mondiale della Lotus Elise, svelata al Salone di Francoforte del 1995. Ora, da grande, presso il quartier generale dell’impianto britannico di Hethel ha ritirato la sua nuova Lotus Elise 240 Sport Final Edition, unica nel colore Championship Gold. Affiancherà l’altra Lotus Elise ormai storica, in suo possesso già da tanti anni. La storia di Elisa è affascinante, tutta italiana, anche se la vettura proviene da oltremanica. Per il grande evento, Elisa Artioli ha dedicato alcune righe al suo ‘alter ego’ a quattro ruote, per sottolineare che il legame tra lei e la Lotus Elise è destinato a durare in eterno.
Cara Elise,
Nel 1993, quando sono nata, esistevi solo su un foglio di carta. Ancora nessuno sapeva che eravamo destinate a passare la vita insieme.
Mio nonno ha avuto il suo bel da fare per salvare la Lotus. Per un attimo hai corso il rischio di non nascere mai e mi domando sempre come sarebbe stata la mia vita oggi senza di te.
Per rimettere in piedi la Lotus bisognava rimboccarsi le maniche seguendo una ricetta semplice ma accattivante: mettere su strada una macchina bella e divertente da guidare che potesse riportare il marchio a splendere.
Non so se sia stato il caso o se fosse scritto nel mio destino, perché non solo ero nata allo stesso momento in cui nascevi tu, ma avevo anche il nome che iniziava con la lettera E, come da tradizione di Colin Chapman per i modelli di Lotus. Siccome anche la fortuna ha il suo ruolo, il nonno ha pensato bene di dare il nome della sua prima nipotina a te.
Da quel momento, mi sono trasferita in Inghilterra e venivo spesso in Fabbrica a vedere come stavi crescendo fino a quando è arrivato il momento tanto atteso della presentazione di Francoforte.
Era il 12 Settembre 1995 e attendavamo di essere svelate al mondo perché, fino a quel momento, nessuno ci aveva mai viste, soprattutto, nessuno sapeva che sotto il telo non ci sarebbe stata una persona qualsiasi, ma l’elisa di 2 anni.
Ero attaccata al tuo volante mostrando orgogliosa la mia maglietta con la scritta “I am Elise” e da li non volevo più scendere. Mi sentivo nel mio mondo come mi sento oggi, quando sono con te, mi siedo e mi trovo a casa.
Ci sono voluti un po’ di anni per capire che non mi chiamavo veramente Lotus Elise, ma il nostro legame continua a crescere. Avevo solo 4 anni e già ti ammiravo in garage aspettando di poterti guidare.
La prima volta che siamo uscite da quel garage assieme mi tremavano le mani dall’agitazione, erano ormai passati 15 anni durante i quali mi sono immaginata tantissime volte quel momento.
Da quel giorno guidare è diventata la mia passione, guidare con te, lo sottolineo perché nessun’ altra macchina mi regala le stesse emozioni.
Quanti passi di montagna abbiamo percorso assieme, quanti posti abbiamo visto e quante persone abbiamo conosciuto.
Sei unica nel tuo genere e, per non farti più sentire sola quando mi aspetti nel garage, avrai presto una sorellina.
Ho lavorato duramente per realizzare il mio sogno nel cassetto: comprare l’ultima Elise.
Ho imparato dal nonno che dobbiamo riconcorrere i nostri sogni, e questo lo devo a lui.
Cara Elise ti ho accompagnata dall’inizio alla fine, così come farai tu con la mia vita.
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