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UNRAE: obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per i veicoli industriali

Il 14 febbraio 2022, la Commissione europea ha presentato nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per i veicoli industriali, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso un sistema di mobilità più sostenibile. In particolare, la proposta prevede una riduzione delle emissioni di CO2 del 45% a partire dal 2030, del 65% a partire dal 2035 e del 90% a partire dal 2040 rispetto ai livelli del 2019.

Questa nuova proposta ha suscitato reazioni contrastanti in tutto il settore dei veicoli industriali, con alcuni esperti che la considerano un obiettivo molto ambizioso, mentre altri sottolineano che i costruttori di veicoli industriali sono già pronti ad affrontare la sfida.

Paolo A. Starace, il Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, ha commentato la nuova proposta presentata dall’esecutivo di Bruxelles affermando che tutti i costruttori di veicoli industriali hanno già da tempo abbracciato la transizione ecologica e sostenuto ingenti investimenti per lo sviluppo di veicoli sempre più rispettosi dell’ambiente e sicuri. Inoltre, ha sottolineato che le case sono pronte ad affrontare la sfida e consapevoli che il settore dei veicoli industriali debba contribuire, come tutti gli altri, a ridurre le emissioni climalteranti.

Starace ha anche affermato che gli obiettivi di riduzione delle emissioni potranno essere raggiunti mediante un mix di soluzioni tecnologiche, tra cui le motorizzazioni elettriche, a idrogeno e l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici Euro 6/VI in circolazione.

Gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono molto ambiziosi, ma la strada è già stata tracciata. Le emissioni di CO2 dei veicoli di nuova immatricolazione sono infatti sottoposte a rigide misurazioni a livello europeo e, qualora non venga rispettato l’obiettivo già in vigore della riduzione del 15% entro il 2025 (rispetto ai valori emessi nel 2019), la Commissione imporrà ingenti sanzioni in capo alle case costruttrici, pari a 4.250 €/gCO2/tKm per le emissioni di CO2 in eccesso.

L’UNRAE ritiene, ad ogni modo, che gli obiettivi di abbattimento delle emissioni potranno essere raggiunti mediante un mix di soluzioni tecnologiche, tra cui le motorizzazioni elettriche, a idrogeno e l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici Euro 6/VI in circolazione. In particolare, già oggi i costruttori producono e consegnano veicoli industriali elettrici con autonomia di oltre 500 km. Esistono poi anche soluz

zioni ecologicamente valide per continuare a sfruttare i motori endotermici di ultima generazione, come ad esempio l’utilizzo di biocarburanti, tra cui il biodiesel HVO, che riducono le emissioni di CO2 fino al 95% rispetto al gasolio tradizionale o soluzioni già in stato avanzato di sperimentazione a emissioni zero come l’impiego di idrogeno sui motori a combustione.

Nell’analisi delle proposte europee, il Presidente della Sezione ha posto l’attenzione anche sull’ultima decisione in merito al Regolamento Euro 7, sottolineando che considera un errore strategico l’abbandono della tecnologia del motore endotermico di ultima generazione Euro 6/VI. Grazie alla ricerca e sviluppo, infatti, questa tecnologia fornisce in prospettiva promettenti livelli di abbattimento delle emissioni. Inoltre, richiedere ulteriori investimenti a favore delle motorizzazioni Euro 7 costringerebbe i costruttori a investire in una tecnologia che sarà nel prossimo futuro in gran parte rimpiazzata, distraendo risorse ingenti dallo sviluppo delle altre soluzioni.

Il Presidente Starace ha anche affermato che per ridurre in maniera consistente le emissioni del trasporto pesante e velocizzare l’adozione delle nuove tecnologie, dovranno essere messe in campo misure decise per togliere dalla circolazione i veicoli vetusti e svecchiare così il parco circolante italiano, che attualmente conta un’età media di 14,3 anni, con il 54,6% dei veicoli ante Euro V.

In conclusione, l’adozione di nuovi veicoli con tecnologie a zero emissioni è al momento limitatissima in Italia perché non opportunamente sostenuta da infrastrutture di ricarica e distributive idonee e da incentivi adeguatamente parametrati. Pertanto, auspichiamo un’accelerazione delle politiche italiane affinché gli sforzi finora profusi dai costruttori non vengano vanificati e gli autotrasportatori nazionali non vengano relegati a svolgere un ruolo marginale nella movimentazione internazionale delle merci.

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Scritto da Redazione Auto361

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